lunedì 10 gennaio 2011

Intervista a Claudio Barbaro. L'anello di giusta congiunzione tra base e altezza.

Claudio Barbaro, deputato di FLI
Claudio Barbaro è un politico e dirigente sportivo italiano. Se si cerca su Wikipedia questa è la prima cosa che appare. Poi si dice che è  laureato in giurisprudenza e tra le altre cose che è presidente dell'ASI - Alleanza Sportiva Italiana - e  componente della VII Commissione parlamentare (Cultura, Scienza e Istruzione).
Per saperne un po' di più ho dato una occhiata alla sua attività come parlamentare in questa sedicesima legislatura. Appartenente a Futuro e Libertà dall'inizio, cioè dal 29 luglio 2010, ottima percentuale di presenza alla camera (85%).  Primo firmatario di 5 disegni di legge, prevalentemente in materia sportiva e ottimo interlocutore su facebook, dove scopro che è anche romanista. Si ritiene un privilegiato, non in quanto romanista, ma  perché parlamentare. Quest'ultimo elemento mi ha spinto a fargli qualche domanda, in quanto mi ha dato la netta sensazione di un essere un collegamento forte tra chi sta su e chi giù. 

Le ultime scelte di FLI sono frutto della spinta dal basso?

Futuro e Libertà è un movimento che fin dai suoi esordi ha inteso riprendere con vigore il contatto con i cittadini, offrendo innanzitutto un modello di partecipazione alla vita politica ed alle scelte, che nel Pdl è considerato inammissibile. Non v’è dubbio, pertanto, che il nostro percorso sia incentrato sul confronto costante con la base.

Cosa le preme di più in questo momento?

Quello che preme a tutti gli italiani: capire se questo governo, con i numeri che si ritrova dopo il 14 dicembre, ha i numeri per imprimere al Paese quel cambio di marcia di cui ha bisogno. Noi non poniamo questioni particolari, ma una semplice domanda: il governo e la maggioranza vogliono davvero aprire una stagione di riforme? Sinceramente, fino a questo momento percepiamo che l’unica riforma che davvero interessa al premier è quella della Giustizia.

Sport e politica. La seconda al servizio del primo?

Lo sport è stato e continua ad essere una costante nella mia vita e quei valori che racchiude sono lo stimolo anche del mio percorso politico. Sarebbe importante diffondere la pratica e la cultura sportiva, soprattutto tra i giovani, perché lo sport favorisce anche il consolidamento di quel senso civico, fondamentale per essere buoni cittadini e politici retti.  

A parte queste due, ha altre passioni? 

Un’altra mia grande passione è certamente il calcio e la Roma, che cerco di seguire sempre quando ne ho il tempo. E poi la lettura e la natura, che con il nostro Paese è stata particolarmente generosa fortunatamente.


Chissà se Berlusconi stia meditando sulla sua proposta: lui presidente dell'Inter e lei al Pdl.

Visti i numeri risicati che si ritrova, Berlusconi sarebbe capace anche di questo.

La legge per la costruzione di un nuovo stadio a Roma è ferma da oltre un anno alla Camera. Rischia di affondare?

Innanzitutto è bene precisare che questa legge non è concepita per realizzare uno stadio a Roma, Firenze o Napoli, ma si prefigge di favorire la realizzazione di stadi e impianti sportivi per il Paese. E questa premessa è necessaria per capire anche i motivi dei ritardi che si stanno riscontrando alla Camera. Non è un mistero, infatti, che c’è qualche presidente di club di serie A che vorrebbe indirizzare i contenuti della legge nella speranza di ottenere qualche beneficio in più.
Si tratta di ingerenze verso cui il sottoscritto e l’intera Commissione hanno sempre elevato argini, ma che provocano ritardi e rischiano di ostacolare il corso di un provvedimento, che non solo agevola l’ammodernamento dei nostri impianti sportivi, ma offre importanti ritorni economici a tutto lo sport di base.

Gran Premio a Roma. Una bella idea?

Un Gp a Roma è un’idea appassionante e intrigante, peraltro sono stato tra i primi a sposarla soprattutto perché a presentarla è stato un grande esperto di motori ed eventi sportivi come Maurizio Flammini. È evidente però, che come tutte le belle idee, anche questa deve essere messa al riparo da errori che la politica è spesso spinta a commettere.
Mi riferisco innanzitutto alle modalità attraverso cui la giunta capitolina si è approcciata all’iniziativa, forse spinta da quello stesso entusiasmo un po’ precipitoso con cui il sindaco Alemanno parlò del nuovo stadio della Roma. Se vogliamo che il Gran Premio sia accolto, come merita, come una grande opportunità per Roma e i romani, occorre lavorare insieme alla città, ai quartieri che lo dovranno accogliere e alle professionalità che possono trasformare l’idea nel grande evento che tutti auspicano.

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